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LA STRAVAGANZA

STRUMENTI ORIGINALI

LA STRAVAGANZA

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"La Stravaganza" è il titolo di un'opera di Antonio Vivaldi  la n. 4, che comprende 12 concerti per violino, archi e

basso continuo. "La Stravaganza" si pone tra due opere fondamentali e famosissime del musicista veneziano: "L'Estro Armonico" e "Il Cimento dell'Armonia e dell'Invenzione" e rappresentano un passo ulteriore in avanti verso quella perfezione del concerto barocco per violino che per Vivaldi sarebbe stata raggiunta proprio coi concerti delle "Quattro Stagioni", presenti nel "Cimento".

Il titolo "La stravaganza" vuol significare l'intenzione, da parte del musicista, di non seguire uno schema prefissato, ma di potersi sbizzarrire a suo piacimento in percorsi alternativi e improvvisati e che privilegiano la libertà e l'estro del compositore.

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Architetture Armoniche

Questa spiegazione suggerisce una definizione ancora più chiara della Musica, la quale altro non è se non una successione di armonici accompagnamenti, che o s’odono effettivamente, o almeno si sottintendono”.

La Marca Trevigiana, nel XVIII secolo, fu pervasa da un vivacissimo fermento culturale (spesso indicato con l’espressione “Schola riccatiana”), anche grazie all’opera di ricerca e di divulgazione dovuta a Jacopo Riccati (1676-1754) ed a tre dei suoi figli, Vincenzo (1707-1775), Giordano (1709-1790) e Francesco (1718-1791). La vita di questi protagonisti dell’ambiente culturale fu infatti consacrata allo studio, all’approfondimento, al confronto con alcuni tra i maggiori pensatori, artisti e scienziati dell’epoca: i palazzi di Castelfranco Veneto e di Treviso divennero così veri e propri centri di cultura, attivissimi e prestigiosi, nei quali non era difficile incontrare il grande matematico ed il geniale musicista, l’artista, il tecnico, il poeta.

Giordano Riccati nei suoi studi riportò frequenti riferimenti ad altri Autori: primo fra tutti, il “non mai abbastanza lodato P. M. Francescantonio Vallotti” (1697-1780), a tale riguardo, non va dimenticato che l’impostazione teorica di Riccati è assai vicina a quella di Vallotti, e proprio da quest’ultimo il ricercatore trevigiano poté trarre spunti ed esempi. Nel Saggio sopra le leggi del contrappunto è inoltre ricordato il musicista e teorico musicale di Digione Jean-Philippe Rameau (1683-1764).

Giordano Riccati non mancò di riconoscere e di apprezzare vivamente la maestria di Giuseppe Tartini; ma, le concezioni di questi due protagonisti della cultura musicale italiana del Settecento emerse anche qualche netta divergenza nel campo della teoria musicale, interessanti sono i rapporti epistolari che Giordano Riccati mantenne lungamente con il violinista di Pirano, un accostamento di due personalità evidentemente alquanto diverse e di due concezioni culturali per alcuni aspetti addirittura opposte portò ad un confronto aperto e vivace, particolarmente interessante e fecondo.

Il festival ARCHITETTURE ARMONICHE nella sua prima edizione, vuole far riscoprire la personalità di Giordano Riccati, tre appuntamenti tra racconti e musica con Luca Scarlini, saggista, drammaturgo, storyteller che, in scena insieme ad importanti musicisti del panorama internazionale, condurrà il pubblico in un viaggio nel tempo, raccontando di architetture nate e sviluppate per la musica, dal passato fino ai tempi moderni…

Giordano Riccati presenta la propria teoria musicale con l’affermazione: “La Musica è una mistura d’armonia, e di melodia: dichiarandomi che per armonia intendo più suoni, che unitamente si sentano; e per melodia più suoni, l’uno de’ quali all’altro succeda”.

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